AL PIPES SHOW DI SAN PIETROBURGO

Digito 1399, ma il portone non si apre. Riprovo a digitare con più energia i tasti. Ecco, luce verde, il vecchio portone si è aperto, adesso è solo questione di forza perché pesa un accidente.

Moyka river

 

No, non è l’inizio di un film di fantascienza (Brazil! Lo avete visto?), sto solo cercando di descrivere come si accede all’hotel residence di San Pietroburgo. Questo bislacco connubio tra tecnologia e architettura ottocentesca si ripropone arrivati al terzo piano. Accanto alla porta d’ingresso (naturalmente anch’essa pesantissima), una piccola cavità cilindrica invita a inserirvi una chiavetta magnetica discoidale. Luce rossa, stavolta: la porta è aperta, ma niente ti aiuta a capirlo, neanche un discreto “click”. Ci vorranno diversi tentativi prima di arrivarci: basta spingere con energia e ti ritrovi nella hall/cucina/disimpegno dell’hotel. Ho tralasciato di parlarvi dell’ascensore perché, da solo, meriterebbe qualche decina di pagine.

Come a ogni Pipes Show, ho conosciuto nuove persone interessanti. Tra questi Sébastien Beaud, caparbio e distinto giovane francese che, dopo aver lavorato per Genod eaver imparato l’arte di costruire pipe dai Maestri di Saint Claude, ha deciso di rilevare l’azienda Genod nel 2006. Il suo laboratorio-museo è aperto a visite guidate da lui stesso. Tra l’altro, un ottimo ballerino.

Sebastien

Ho ascoltato con piacere la storia di Massimiliano Rimensi, fondatore della Duca Pipe, un uomo che ha costruito nel tempo una realtà artigianale ormai consolidata.

 Ho apprezzato la gentilezza di Anne Julie nel voler accettare il mio biglietto da visita, almeno per cercare di capire con chi aveva condiviso le colazioni in hotel per ben tre giorni.

Annie e Mimmo

Ah! Un consiglio: se Tao decide di salutarvi stringendovi la mano, state molto attenti. A me ha quasi rotto una falange del mignolo destro. Ci si chiede come riesca a dosare la forza delle sue mani nel costruire pipe così aggraziate.

Ho condiviso alcuni pasti con Mr Hiroshi Mitsui quell’eccentrico signore nipponico che porta instancabilmente la Tsuge in giro per il mondo. Gradevole compagnia Mr Hiroshi; abbiamo chiacchierato in un inglese improbabile del più e del meno, riuscendo comunque a capirci.

A pranzo

Ho riabbracciato con grande piacere i “vecchi” amici italiani Gabriele Dal Fiume, Claudio Albieri e Tommaso Ascorti. Insieme al mio Venerabile Maestro Mimmo Romeo, siamo tutti diventati clienti affezionati della “Biblioteka”, confortevole e poliedrico locale sulla Prospettiva Nevskij, dove abbiamo passato delle belle serate, a volte accompagnati da Mr Hiroshi. Vodka, Borsch e panini caldi hanno allietato le discussioni sul mondo della pipa e le sue variegate difficoltà.

Sauro Gabriele Romeo

 

A cena 2 

Insomma, San Pietroburgo è stata l’occasione per incontrare cari amici, curiosare sul mondo delle pipe in Russia, conoscere altri pipemakers e respirare l’aria della città di Puskin, Dostoevskij e Nabokov, senza dimenticare Gogol che ci scrisse su una raccolta di racconti.

E la fiera? Gli organizzatori si sono davvero dati da fare.

Il suo limite più grande è stato non riuscire a essere ciò che una vera fiera internazionale dev’essere: una piazza aperta a tutti gli appassionati e un’occasione d’incontro tra artigiani, collezionisti e dealers di tutto il mondo.

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